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Infertilità maschile: le cause, i fattori di rischio e il ruolo dell’ambiente domestico

L’infertilità maschile è una patologia che, seppure colpisca una piccola percentuale della popolazione interessata, è negli anni in costante aumento. Si sono determinate diverse cause: genetiche, o legate a malattie, stile di vita e ambiente.

In quest’ultimo ambito, diverse recenti ricerche confermano il ruolo dell’ambiente domestico come possibile fattore di rischio di infertilità soprattutto nell’uomo, con un particolare riferimento all’utilizzo di prodotti cosmetici, pesticidi e imballaggi in plastica e metallo. Tali oggetti possono contenere spesso dei componenti detti perturbatori endocrini, in grado di influenzare la qualità e la quantità di spermatozoi prodotti, rendendo difficoltoso finalizzare il concepimento nella coppia.

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Uno sguardo sull’infertilità maschile e l’esame diagnostico

L’infertilità maschile è una condizione che interessa circa il 7% degli uomini, che limita (e nei casi più gravi, annulla la capacità riproduttiva di un uomo. Nello specifico può dipendere da un’anomalia che riguarda la qualità e l’efficienza degli spermatozoi oppure da spermatozoi insufficienti per indurre gravidanze nella partner a seguito di rapporti finalizzati al concepimento.

Diagnosticare l’infertilità maschile è possibile tramite l’esame dello spermiogramma, che comprende il conteggio degli spermatozoi e la misura della loro motilità al microscopio. Lo spermiogramma può dare indicazioni sulla presenza di:

  • oligospermia, ossia la produzione di pochi spermatozoi; l’assenza di spermatozoi
  • azoospermia, l’assenza di spermatozoi;
  • astenozoospermia, che indica la poca motilità degli spermatozoi.
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Cause di infertilità maschile e fattori di rischio

Alla base dell’infertilità possono esserci molteplici cause:

  • cause genetiche, riguardanti uno sviluppo dei testicoli imperfetto, che può dipendere anche dall’esposizione ad agenti nocivi. In un uomo può verificarsi anche la mancata discesa dei testicoli nel primo anno di vita, una condizione che può essere corretta chirurgicamente ma che non scongiura del tutto il rischio dell’infertilità;
  • infezioni uro-seminali, che aumentano la produzione di globuli bianchi o determinano la presenza di germi;
  • cause esterne come indumenti stretti e sintetici, malattie e infiammazioni, come disfunzione erettile, diabete, obesità, disturbi ormonali o neurologici. Anche uno scorretto stile di vita, il fumo, l’alcol e le droghe, nonché l’assunzione di alcuni farmaci, possono influire negativamente sulla capacità riproduttiva maschile.

La plastica come fattore di rischio per la fertilità maschile

Una ricerca condotta da un team dell’Università di Nottingham ha messo in evidenza la correlazione fra ambiente fertilità, a seguito calo della natalità registrata in alcune specie di cani. Lo studio ha dimostrato come il problema non fosse circoscritto soltanto agli animali ma avesse un legame stretto anche sui dati che vengono costantemente raccolti per monitorare la situazione nell’uomo.

I risultati dimostrano che esistono due sostanze chimiche comuni negli ambienti domestici che sembrerebbero danneggiare la qualità dello sperma maschile.

Le sostanze in questione sarebbero il dietilesil ftalato di-2-etilesilftalato (DEHP), una componente della plastica atta a renderla flessibile, e il policlorobifenile 153 (PCB153), presente principalmente in plastiche di vecchia produzione e in alcuni apparecchi elettrici, ormai non più impiegata in campo industriale a causa dei rischi correlati alla salute. La sostanza, tuttavia, continua ad essere presente in ambiente domestico.

Questa nuova ricerca non fa altro che confermare le ipotesi dell’impoverimento del patrimonio spermatico maschile: la summa dei dati scientifici indica che la conta degli spermatozoi si è dimezzata negli ultimi 50 anni circa e che nel restante 50% dei casi sia diminuita notevolmente la motilità degli spermatozoi.

La ricerca

I ricercatori, per dimostrare la veridicità dei risultati sulle cause dell’infertilità maschile, hanno prima rimosso i contaminanti da campioni di sperma di uomini e cani e poi li hanno aggiunti di nuovo, dimostrando che la presenza di queste sostanze influenza negativamente la motilità dello sperma. Seppure il numero di campioni fosse ancora troppo esiguo per poter essere davvero rappresentativo e consentire di trarre conclusione su un nesso causa-effetto, la ricerca si è unita ai numerosi altre prove del ruolo delle sostanze chimiche dell’ambiente domestico come fattore di infertilità.

La comunità scientifica ponte l’attenzione sulle componenti di oggetti d’uso quotidiano, come bottiglie di plasticalattine di metallo per alimenti, detersivialimentigiocattolicosmetici e pesticidi. Detti perturbatori endocrini, interferiscono con i sistemi ormonali naturali del corpo bloccando, alterando la produzione o la qualità del testosterone maschile.

Una scarsa qualità dello sperma può essere associata ad un aumento del rischio di cancro ai testicoli e anche a una storia di difetti riproduttivi congeniti., incoraggiati da una possibile esposizione della madre a contaminanti ambientali nei momenti chiave della gravidanza, quando si sviluppano gli organi sessuali del bambino.

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